ipotesi di forma operante

opera
ipotesi di forma operante
ipotesi di forma operante
categoria Installazione
soggetto Astratto
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base 50 cm
altezza 60 cm
profondità 3 cm
anno 2021
olio su tela, dispositivo sonoro, linea di carta gommata gialla. Nel dare alla luce “Ipotesi di forma operante”, ho scelto dei materiali, che “parlassero” un linguaggio ascritto tipicamente all’arte, come la tela ed il colore ad olio, con cui ho realizzato la scritta in codice. Qui i caratteri dell’alfabeto Morse, tipicamente considerati a personali, vengono da me tracciati a mano assumendo un aspetto differente, mantenendo quel geometrismo di base determinato da punti e linee, ma al contempo veicolando nel loro mostrarsi, caratteristiche eterogenee di pressione o intensità di colore, che richiamano alla mente l’esecuzione artigianale, quelle piccole differenze che emergono in ogni manufatto, quelle caratteristiche del segno che si mostrano negli scritti autografi, e che lo studio della grafologia riesce a rendere leggibili. Cosi il segno viene ad acquisire una doppia valenza, quella di segno-liguistico il cui valore si sviluppa nel suo posizionamento all’ interno della parola che compone, e quella di segno-simbolo, che rimanda ad altro da sé. Quindi la valenza del materiale, del gesto-segno ed il suo contenuto, vengono a relazionarsi con gli altri elementi dell’ opera, la linea gialla anch'essa un segno-segnale, assume la propria ragione nel rimando ad una distanza di osservazione, spesso impiegato nelle esposizioni dei musei, anche come limite da non superare, che garantisce una salvaguardia dell’ opera, ma è anche un richiamo a quel distacco da un evento vissuto, che ne permette la comprensione razionale, un allontanamento dall’adiacenza percettiva del vivere sensoriale. Ed è all interno di questa ambivalenza che la linea apre all’ invito di dover essere superata dal fruitore, per poter aver accesso alle cuffie collegate al dispositivo , anch’esso parte costitutiva dell’opera, sia nella sua presenza muta come elemento posto accanto alla tela, sia nella sua funzionalità operante, di decodificatore del messaggio veicolato nel codice; ed è questa seconda funzione che viene suggerita proprio dal suo interagire visivo con gli altri elementi, all’interno di quel linguaggio delle esposizioni d’arte sopra citato, in cui dispositivi simili fungono da audio-guida per una più “dettagliata” visita delle mostre.
artista
Paolo MANFREDI
Scultore, Milano
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