Hanoi

opera
Hanoi
Hanoi
categoria Fotografia
soggetto Figura umana, Architettura
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base 100 cm
altezza 77 cm
profondità 0 cm
anno 2008
Camera analogica, opera unica, carta fotografica fujifilm su supporto in legno.

Al tempo dei reportage, tra il 2000 e il 2018, sentivo che il richiamo più forte fosse quello di raccontare le vite altrui, di entrarvi dentro. La foto “Hanoi”, realizzata nel 2008 durante i due mesi vissuti dentro e attorno a un cantiere edile, nasce esattamente da questa urgenza.
In quegli anni, ero guidato unicamente dal desiderio di scoprire il mondo, di capire i luoghi fino in fondo, di lasciarmi trasformare dai viaggi e dalle persone che incontravo. In quegli anni la mia ricerca era ancora fortemente radicata negli studi marxiani, vedevo in quelle impalcature e in quelle stanze condivise l’intreccio tra struttura e sovrastruttura, la materializzazione del rapporto tra capitale e modi di produzione.
Le immagini di quel periodo cercavano di cogliere questa tensione: la vita negli alloggi operai, le pause di lavoro, i viaggi quotidiani da e verso il cantiere, la sospensione nei dormitori. Ma c’era anche un ascolto più profondo, un bisogno di comprendere la dimensione umana che si annidava in quel tempo condiviso.
Con il passare degli anni il cantiere è diventato per me sempre meno un dispositivo economico e sempre più un luogo fenomenologico, ovvero uno spazio in cui osservare l’Uomo di fronte al proprio tempo, alla propria fatica, ai propri interrogativi.

L’operaio ha smesso di essere un soggetto estetico e si è rivelato un archetipo: colui che trasforma il mondo e che, nel farlo, viene trasformato. Questa doppia metamorfosi -dell’ambiente e dell’essere umano - è diventata la chiave per leggere il mio lavoro, un modo per interrogare i dispositivi culturali della produttività, dell’efficienza e dell’identità personale. Nei contesti operai cerco ancora oggi la storia collettiva e la storia psichica dell’uomo.

Le domande che mi muovevano allora continuano ad accompagnarmi:
Chi sono davvero queste persone?
Qual è il significato del costruire?
Cosa resta dell’operaio nella materia?
Che memoria custodisce lo spazio costruito?

L’impulso originario di questa ricerca affonda le radici in un viaggio in Africa, alla fine del 1997 in cui si è creato un incontro con un’energia che non sapevo nominare e che ha dato avvio al mio modo di guardare, di interrogare il mondo, e in fondo, anche me stesso.
artista
Francesco Meloni
Artista, Cagliari
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