Watering the garden of the tenant downstairs
Embroidery on fabric (78x64 cm)
Note dell’artista
Essere in relazione è il tema portante della mia arte: un esercizio di inclusione e confronto, di capitalizzazione delle radici, di rispetto; un conferire costantemente importanza all'altro da sé. Il mio lavoro attraversa gli strati emozionali, riabilita la gentilezza, esalta il sentimento. Perseguo un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell'assimilazione e della riformulazione costruttiva. Con il mio lavoro cerco di risvegliare ad un'appartenenza consapevole, ad un unicum, da sostenere con la parte migliore di ognuno, un'appartenenza responsabile in cui trovare conforto.
I miei dipinti sono tapisserie in cui compiere itinerari tra oggetti, racemi, animali complici di qualche sortilegio e di un rituale per rimettere ordine nello scompiglio, con la Cura, per mezzo di strisce/righe e Con l'aiuto di ragni tessitori. Appunti, scritte, forse istruzioni campeggiano nei lavori. Per leggerli occorre inclinare la testa, mettersi a testa in giù, comunque cambiare il punto di vista. Non è facile avere la" pelle sottile", ci si lascia permeare e poi occorrono tempo, sforzo e respiri profondi per contenere tutto.
Le installazioni e gli oggetti che costruisco sono banche dati analogiche di memorie e suggestioni. Sono una Sottana Madre, vestiti giganti che contengono le Storie vere di paese, Cappelli da signora, Guardaroba in miniatura, Livres di stoffa, Cornucopia con il pane, Flusso Fiume di oggetti, feticci sentimentali, reliquie del quotidiano. Ed è la Gentilezza che assurge a missione. Sotto la pressione esercitata dalla precarietà trova riparo nello Sweetly Ordinary: la semplicità e la consistenza dei gesti, delle abitudini, della conferma insita nella ripetizione A due generazioni di distanza: toujours la même feuille. Il mio approccio inclusivo dell'altro da sè sfocia in uno spazio che ospita l'estremizzazione del mio desiderio di democratizzazione si chiama To be Kind: “Proponete purchè sia Kind. To be kind è uno spazio da visitare, il mio atelier, uno spazio d’incontri e proposte, attivo da vari anni a Milano con temporary spaces nella Riviera Ligure.
Loredana Galante studia presso il liceo artistico Paul Klee e l’Accademia Ligustica. Dopo la borsa di studio del centro T.A.M. diretto da Arnaldo Pomodoro, la ricerca continua interagendo con discipline diverse che la spingono a frequentare corsi di danza, teatro e la scuola triennale di counseling. Il suo lavoro va dall’esile ed elegante tratto a matita, fino all’abitare e “galantizzare” gli spazi. Lavora con l’ installazione, la performance, la pittura e la forma laboratoriale. Nel corso della sua attività artistica ha esposto in Italia e all' estero in musei pubblici e gallerie private, tra cui a Tokyo, Dubai, Hannover, Strasburgo, Nizza, New York, Teheran, Ouagadougou, Shengzhen Hanno scritto di lei: Vera Agosti, Luca Beatrice, Germano Beringheli, Achille Bonito Oliva, Giorgio Bonomi, Chiara Canali, Marco Canepa, Luciano Caprile, Viana Conti, Miriam Cristaldi, Chiara Crosti, Fortunato D’ Amico, Alberto Dambruoso, Valerio Dehò, Genni Di Bert, Francesca Di Giorgio, Giacinto Di Pietrantonio, Linda Kaiser, Manuela Gandini, Milly Gandini, Maria Flora Giubilei, Lorella Giudici, Leo Lecci, Elisabetta Longari, Angela Madesani, Sergio Mandelli, Emilia Marasco, Franco Ragazzi, Alessandro Riva, Alessandra Redaelli, Elisabetta Rota, Laura Safred, Sandra Solimano, Olivia Spatola, Nadia Stefanel, Paola Valenti, Stefano Verri, Chiara Vigliotti.
Notes of the artist
Being in relation is the main theme of my art: an exercise of inclusion and comparison, of capitalization of roots, of respect; a constantly giving importance to the other in itself.
My work crosses the emotional layers, rehabilitates kindness, exalts the feeling. I seek a slow and conscious pace, where listening,is a time of assimilation and constructive reformulation. With my work I try to awaken to a conscious belonging, to a unique, to be sustained with the best part of each one, a responsible belonging in which finding comfort.
My paintings are tapisserie where you do itineraries between objects, racemes, animals accessory to some enchantement and a ritual to restore order among confusion, with the Care, using stripes / lines, with the help of weaving spiders. Notes, writings, perhaps instructions stand out in my works. To read them you have to tilt your head, put yourself upside down, however change your point of view. It is not easy to have the "slender skin", to let yourself permeate and then, it takes time, effort and deep breaths to contain everything.
Installations and objects I build are analogical databases of memories and suggestions. They are a Sottana Madre, giant dresses that contain the Storie vere di paese, Cappelli da signora, miniature Guardaroba, Livres in fabric, Cornucopia with bread, Flusso fiume of objects, sentimental fetishes, relics of everyday life. And it is Kindness that rises to a mission. Under the pressure exerted by precariousness I find shelter in the Sweetly Ordinary: the simplicity and consistency of gestures, habits, the confirmation inherent in repetition A due generazioni di distanza: toujours la même feuille. My inclusive approach of the other in itself leads to a space that hosts the extremity of my desire for democratization, called To Be Kind: " Do propose as far as it is Kind. To be kind is a space to be visited, my atelier, a space for meetings and proposals, running since various years ago in Milan with temporary spaces on the ligurian riviera.