opera
2024=5
categoria | Pittura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | distopia, manipolazione, società |
base | 120 cm |
altezza | 160 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2024 |
acrilico e tecnica mista su 4 tele opera unica
Nell’opera “2024=5” ogni dettaglio costituisce un tassello di un puzzle concettuale che esplora il conflitto tra percezione comune e realtà distorta dalla manipolazione sociale. L'artista rivela la sottile imposizione di una falsa equazione: 2+2=5.
La ripetizione grafica ossessiva di questa formula su una metaforica lavagna scolastica, simboleggia non solo la conoscenza impartita, ma anche lo strumento di manipolazione e coercizione del pensiero. Inoltre, essa rappresenta la pervasività della falsa narrazione e il tentativo di incutere nell'osservatore una verità distorta.
Tale concetto aggiuntivo sottolinea ancora di più l'importanza della consapevolezza e della resistenza individuale di fronte alla manipolazione sociale, invitando lo spettatore a riflettere sulle dinamiche di potere e controllo presenti nella società contemporanea. “Se il partito dicesse che due più due fa cinque, e prima o poi lo farà, dovremmo crederlo” - afferma il protagonista del libro di George Orwell in "1984" scritto nel 1949.
In questa intricata tela concettuale, emergono vari riferimenti letterari che evidenziano la lotta contro il potere dispotico e la repressione individuale: "Fahrenheit 451" (451) di Ray Bradbury, "Noi" (√-1) di Evgenij Zamjatin, "Il mondo nuovo" (T) di Aldous Huxley, "Vox" (100) di Christina Dalcher, "Arancia Meccanica" (L+) di Anthony Burgess e "V for Vendetta"(V) di Alan Moore.
“Il due per due quattro non è vita ormai, signori, ma l’inizio della morte”, afferma Fëdor Dostoevskij. Questa ribellione si rivolge a un mondo che cerca di auto-plasmarsi secondo leggi ineluttabili, alle quali l'umanità si vede costretta a conformarsi, minando così la propria personalità e individualità. Ed è esattamente per questo che l’“Uomo del sottosuolo” rifiuta con forza il mondo del 2x2=4.
Tuttavia, anche nell'oscurità, ci sono sprazzi di ribellione e consapevolezza incarnati da tutti coloro che continuano a difendere la verità aritmetica, sostenendo che 2+2=4, e a quel punto la verità diventa soggettiva e variale, ognuno può trovare la propria verita da 0 a ∞.
L’opera non si limita a una mera esposizione concettuale. Ogni numero evidenziato sullo sfondo funge da elettrodo di un elettrocardiogramma a grandezza reale, che sta sondando la vitalità e la consapevolezza dell'osservatore. Un chiaro invito all’osservatore verso una profonda riflessione sulla percezione individuale della realtà e sulla propria resistenza alla manipolazione sociale.
Composta da quattro tele che si rivelano in un unicum restituisce il concetto della quinta dimensione, ritornando così al tema centrale del 2+2=5 e trasformandosi in una esperienza multisensoriale che invita a riflettere ed a esplorare le sfumature della verità e della percezione nella società.
Nell’opera “2024=5” ogni dettaglio costituisce un tassello di un puzzle concettuale che esplora il conflitto tra percezione comune e realtà distorta dalla manipolazione sociale. L'artista rivela la sottile imposizione di una falsa equazione: 2+2=5.
La ripetizione grafica ossessiva di questa formula su una metaforica lavagna scolastica, simboleggia non solo la conoscenza impartita, ma anche lo strumento di manipolazione e coercizione del pensiero. Inoltre, essa rappresenta la pervasività della falsa narrazione e il tentativo di incutere nell'osservatore una verità distorta.
Tale concetto aggiuntivo sottolinea ancora di più l'importanza della consapevolezza e della resistenza individuale di fronte alla manipolazione sociale, invitando lo spettatore a riflettere sulle dinamiche di potere e controllo presenti nella società contemporanea. “Se il partito dicesse che due più due fa cinque, e prima o poi lo farà, dovremmo crederlo” - afferma il protagonista del libro di George Orwell in "1984" scritto nel 1949.
In questa intricata tela concettuale, emergono vari riferimenti letterari che evidenziano la lotta contro il potere dispotico e la repressione individuale: "Fahrenheit 451" (451) di Ray Bradbury, "Noi" (√-1) di Evgenij Zamjatin, "Il mondo nuovo" (T) di Aldous Huxley, "Vox" (100) di Christina Dalcher, "Arancia Meccanica" (L+) di Anthony Burgess e "V for Vendetta"(V) di Alan Moore.
“Il due per due quattro non è vita ormai, signori, ma l’inizio della morte”, afferma Fëdor Dostoevskij. Questa ribellione si rivolge a un mondo che cerca di auto-plasmarsi secondo leggi ineluttabili, alle quali l'umanità si vede costretta a conformarsi, minando così la propria personalità e individualità. Ed è esattamente per questo che l’“Uomo del sottosuolo” rifiuta con forza il mondo del 2x2=4.
Tuttavia, anche nell'oscurità, ci sono sprazzi di ribellione e consapevolezza incarnati da tutti coloro che continuano a difendere la verità aritmetica, sostenendo che 2+2=4, e a quel punto la verità diventa soggettiva e variale, ognuno può trovare la propria verita da 0 a ∞.
L’opera non si limita a una mera esposizione concettuale. Ogni numero evidenziato sullo sfondo funge da elettrodo di un elettrocardiogramma a grandezza reale, che sta sondando la vitalità e la consapevolezza dell'osservatore. Un chiaro invito all’osservatore verso una profonda riflessione sulla percezione individuale della realtà e sulla propria resistenza alla manipolazione sociale.
Composta da quattro tele che si rivelano in un unicum restituisce il concetto della quinta dimensione, ritornando così al tema centrale del 2+2=5 e trasformandosi in una esperienza multisensoriale che invita a riflettere ed a esplorare le sfumature della verità e della percezione nella società.