Catartica

opera
Catartica
Catartica
categoria Installazione
soggetto Bellezza
tags Catartica
base 300 cm
altezza 10 cm
profondità 300 cm
anno 2023
Indumenti, cemento bianco, graniglia di marmo
La catarsi, dal greco katharsis "purificazione", è una cerimonia che si ritrova in diverse concezioni religiose e nella Grecia classica consisteva in un rito magico per ripulire il corpo e l'anima da ogni contaminazione. In psicologia equivale alla liberazione da una sofferenza e da un segreto attraverso un processo interiore (metodo catartico), teso a rimuovere le esperienze traumatizzanti e quindi a far riaffiorare alla coscienza gli eventi responsabili, rimuovendoli dal subconscio. Nella filosofia ha assunto un significato spirituale a partire da Platone, il quale con questo termine si riferiva alla purificazione dell'anima dai mali interiori.
Nell’Opera questo percorso di trasformazione è espresso mediante il colore e la materia ma ancora prima la sua connotazione spirituale sta nella scelta di inscrivere un cerchio, forma simbolicamente associata alla trascendenza e al cielo, all’interno di un quadrato, figura geometrica che rappresenta emblematicamente la terra ma che veniva anche utilizzata in antichità come modulo dei luoghi sacri (tempio). Il “tappeto”, composto da graniglia di marmo, si ispira ai giardini zen, luoghi dedicati alla meditazione caratterizzati da un’estetica estremamente essenziale e minimale in cui ogni elemento è collocato in modo equilibrato e armonioso. In tal senso gli elementi posizionati sopra al quadrato, delle ciotole, sono equidistanti tra loro e formano tre cerchi concentrici, tre fasi che raccontano l’esperienza catartica attraverso il cromatismo e la materia colata all’interno. L’oggetto ciotola ha in Oriente una forte valenza simbolica, veniva infatti deposta ai piedi del maestro come simbolo della posizione interiore del discepolo di farsi vuoto per accogliere l’insegnamento ed era per tutti i monaci l’oggetto più sacro. Oltre al collegamento con la filosofia Orientale, la scelta di prendere idealmente a prestito un oggetto della realtà legato alla vita domestica per trasformarlo in una forma scultorea, si inserisce nell’ultima ricerca dell’artista incentrata sul concetto di casa e intimità. Lo spazio abitato viene dunque evocato con la scelta di un oggetto comune che normalmente contiene cibo o acqua e con la materia stessa di cui fatto, frammenti di indumenti che nel tempo sono entrati in contatto col corpo e quindi attraversati da affettività. Ognuna raccoglie del cemento colato, materiale edile caro all’artista, che cambia colore e volume passando da un cerchio all’altro fino ad arrivare al bianco, al vuoto e quindi alla purezza delle quattro ciotole centrali.
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artista
Giulia Spernazza
Scultore, Roma
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