opera
La paura
categoria | Scultura |
soggetto | Astratto |
tags | legno, nero, ripetizione, gambe, Tavolo |
base | 220 cm |
altezza | 80 cm |
profondità | 120 cm |
anno | 2021 |
1/1
legno, vernice acrilica
L’opera vuole parlare della paura.
La struttura base di un tavolo è portata al estremo a indicare l’angoscia del provare dolore: amplificando il numero di sostegni al piano (andandone ad inserire molti più del necessario) si sottolinea il timore dell’ autore alla rottura.
L’ ipotetico cedimento è reso impossibile dalla presenza delle numerose gambe: ciò sottolinea la costante ansia per il possibile degradare delle cose e dei rapporti.
Questa paura porta l’autore ad assicurarsi che le precauzioni siano massime per far si che nulla possa rovinarsi: precauzioni che sono prese soprattutto a livello umano (non solo materiale) e che non sempre sono funzionali.
Infatti, la funzionalità del tavolo è annullata dalla presenza di esse: i sostegni che dovrebbero assicurare il mantenimento del tavolo si rivelano delle limitazioni e le aperture che rendono il tavolo utile in quanto tale sono solamente due, poste agli estremi l’una dell’altra come metafora delle relazioni sempre selettive dell’autore.
L’esecuzione dell’opera si fa quindi catartica: il timore, sentimento fondante di questa, diminuisce nel produrla fino ad annullarsi totalmente nella sua conclusione.
legno, vernice acrilica
L’opera vuole parlare della paura.
La struttura base di un tavolo è portata al estremo a indicare l’angoscia del provare dolore: amplificando il numero di sostegni al piano (andandone ad inserire molti più del necessario) si sottolinea il timore dell’ autore alla rottura.
L’ ipotetico cedimento è reso impossibile dalla presenza delle numerose gambe: ciò sottolinea la costante ansia per il possibile degradare delle cose e dei rapporti.
Questa paura porta l’autore ad assicurarsi che le precauzioni siano massime per far si che nulla possa rovinarsi: precauzioni che sono prese soprattutto a livello umano (non solo materiale) e che non sempre sono funzionali.
Infatti, la funzionalità del tavolo è annullata dalla presenza di esse: i sostegni che dovrebbero assicurare il mantenimento del tavolo si rivelano delle limitazioni e le aperture che rendono il tavolo utile in quanto tale sono solamente due, poste agli estremi l’una dell’altra come metafora delle relazioni sempre selettive dell’autore.
L’esecuzione dell’opera si fa quindi catartica: il timore, sentimento fondante di questa, diminuisce nel produrla fino ad annullarsi totalmente nella sua conclusione.