opera
L’anima
categoria | Scultura |
soggetto | Natura, Bellezza, Animale |
tags | MORTE, ANIMA, FALENA, ANTROPOLOGIA |
base | 30 cm |
altezza | 70 cm |
profondità | 30 cm |
anno | 2020 |
Stoffa e ali di falena
Secondo le credenze popolari di svariate culture, tra cui quella italiana (sebbene le differenze varino da regione a regione e, talvolta, da paese a paese), l’anima dei morti viene spesso associata ad alcuni animali, un po’ per la forma, un po’ per le caratteristiche naturali.
La rana, la mosca e l’uccello sono soltanto alcune tra le tante. La più nota è forse quella della falena, animale notturno che vola alla ricerca della luce.
Nell’opera, la stoffa utilizzata per la creazione del piccolo vestito è ricavata in parte da un vero e vecchio vestito appartenuto ad una donna e amica oramai deceduta quando ero ancora una bambina. Ho scelto di utilizzare quella stoffa per creare qualcosa che potesse preservarne la memoria e ricordarla, legando il suo ricordo a quell’immaginario culturale e magico che si cela dietro all’enigma di un lutto. Il vestito, realizzato in modo da dare l’impressione di essere indossato da un corpo inesistente, è come se volasse, come una falena, alla ricerca della sua fonte di luce e dalla sua schiena spuntano le ali di quello stesso insetto che, innalzato a simbolo di quell’essenza vitale, è in realtà evidentemente morto.
L’idea era quella di conciliare al tempo stesso mille sfaccettature personali e culturali su un tema da sempre al centro di tanti studi e dibattiti.
Secondo le credenze popolari di svariate culture, tra cui quella italiana (sebbene le differenze varino da regione a regione e, talvolta, da paese a paese), l’anima dei morti viene spesso associata ad alcuni animali, un po’ per la forma, un po’ per le caratteristiche naturali.
La rana, la mosca e l’uccello sono soltanto alcune tra le tante. La più nota è forse quella della falena, animale notturno che vola alla ricerca della luce.
Nell’opera, la stoffa utilizzata per la creazione del piccolo vestito è ricavata in parte da un vero e vecchio vestito appartenuto ad una donna e amica oramai deceduta quando ero ancora una bambina. Ho scelto di utilizzare quella stoffa per creare qualcosa che potesse preservarne la memoria e ricordarla, legando il suo ricordo a quell’immaginario culturale e magico che si cela dietro all’enigma di un lutto. Il vestito, realizzato in modo da dare l’impressione di essere indossato da un corpo inesistente, è come se volasse, come una falena, alla ricerca della sua fonte di luce e dalla sua schiena spuntano le ali di quello stesso insetto che, innalzato a simbolo di quell’essenza vitale, è in realtà evidentemente morto.
L’idea era quella di conciliare al tempo stesso mille sfaccettature personali e culturali su un tema da sempre al centro di tanti studi e dibattiti.