Lean on me

opera
Lean on me
Lean on me
categoria Scultura
soggetto Politico/Sociale
tags
base 12 cm
altezza 17 cm
profondità 12 cm
anno 2023
Lean on me (2023)
Brushmarker viola su Double Cup in polistirolo, 16,8 x 11,7 x 11,7 cm
1/3

“Uno sciroppo per la tosse a base di codeina e prometazina, quindi un analgesico a base di oppioidi e una gassosa ed ecco pronta la Lean, o purple drank. Questa nuova droga, introdotta con la scena hip hop negli anni Novanta, è entrata a far parte dell’estetica trap fin dagli inizi: osannata dagli artisti nei testi delle canzoni e spesso usata da coloro che ascoltano questa musica. La bevanda si presenta con un colore violaceo acceso e viene servita in grandi bicchieri da festa. [...] Passando in rassegna delle testimonianze delle percezioni di chi l’ha provata si parla di gravi difficoltà nel respirare, nel peggiore dei casi a crisi respiratorie mortali, dipendenza, letargia, sensazione dissociativa di alcune parti del corpo, sonnolenza e quindi difficoltà nello stare in piedi. Non è un caso che il verbo inglese to lean, da cui la droga prende il nome, significhi proprio ‘pendere, inclinarsi’ ma anche ‘fare affidamento su, appoggiarsi a’. [...]”

“Dall’osservazione della realtà e da queste riflessioni nasce l’opera di plurale, Lean on me (2023), titolo tratto dall’omonimo brano di Bill Withers del 1972. Su due bicchieri da festa bianchi, impilati uno sull’altro, così come vengono usati per assumere la Lean, sembra essere stato impresso un messaggio d’aiuto. Una scritta di colore viola dice:
Lean on me / When you’re not strong / And I’ll be your friend / I’ll help you carry on…
For it won’t be long / Till I’m gonna need somebody to lean on
Please swallow your pride /If I have things you need to borrow
For no one can fill / Those of your needs that you won't let show

(Appoggiati a me / Quando non sei forte / E sarò tuo amico / ti aiuterò ad andare avanti…
Perché non ci vorrà molto / Finché non avrò bisogno di qualcuno su cui appoggiarmi
Per favore, ingoia il tuo orgoglio / Se ho cose che devi prendere in prestito
Perché nessuno può riempire / Quelle tue esigenze che non lascerai mostrare)

Sono parole tratte dal brano del cantautore statunitense, cronologicamente molto lontane rispetto al nostro presente, ma se osservate con maggiore attenzione potrebbero sembrarci parole di un testamento lasciato da qualcuno a fine serata di un sabato qualunque. L’installazione sembra un contemporaneo reperto archeologico che pare elevarsi a manifesto di un disagio comune a un’intera generazione: un urlo di qualcuno che ha bisogno di essere ascoltato e compreso.”

da 'SNITCH. Fenomenologia di un’Italia che cambia', testo critico di Alessio Vigni

artista
plurale
Artista, Verona
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