opera
Penelope
categoria | Pittura |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | #semiotics, #penelope , #tela, #ulisse, #omero, #odissea, #feminism |
base | 100 cm |
altezza | 100 cm |
profondità | 2 cm |
anno | 2018 |
Tecnica mista, supporto tela e telaio, spilli , candele, cera, petali di rosa essicata, ciocca dei miei capelli , lenzuola.
"Penelope" è un elogio alla devozione femminile ispirato alla vicenda mitologica di Penelope e Ulisse narrata da Omero nell'Odissea, rappresenta il suo stratagemma ideato per evitare nuove nozze, è il lenzuolo funebre per il suocero Laerte che faceva di giorno e disfaceva la notte. L'opera vuole mettere in risalto non solo la reverenza e la devozione di Penelope verso il marito in viaggio, fulcro della sua esistenza, ma dare voce al suo punto di vista.
Nei secoli Penelope è stata lodata dalla letteratura per l'astuzia e la devozione, un angelo del focolare in vigile attesa del ritorno del marito in guerra. Il mio auspicio è che con “Penelope” le venga restituito il peso della sua esistenza, il suo tempo, che il suo personaggio venga rivisto non più come una subordinata, ma come una donna che esercita liberamente la sua volontà.
Ogni elemento presente in questo sudario ha una sua simbologia. A differenza del mito, la mia è l’interpretazione del sudario di Penelope, una donna che tesse il suo destino, che non terminando la tela sceglie e determina appunto la sua libertà.
La struttura evocativa è quella di un calendario dove i giorni in cui aspetta Ulisse sono segnati e rappresentati da dei petali di rosa rossa; le lenzuola logore si ispirano al concetto di tela fatta e disfatta; le candele e la cera simboleggiano il tempo della narrazione e l’astuzia della protagonista nel suo agire di notte. La ciocca dei miei capelli è un simbolo della devozione della protagonista: donare una ciocca di capelli all’uomo amato spedito in guerra era una promessa di fedeltà e devozione, questo elemento sottolinea la condizione della protagonista Penelope.
Infine gli spilli utilizzati sono impiegati per mantenere saldi i lenzuoli al telaio, ma sono removibili per fare in modo che l’intera struttura, proprio come lo stratagemma di Penelope, possa essere fatta e disfatta all’infinito.
"Penelope" è un elogio alla devozione femminile ispirato alla vicenda mitologica di Penelope e Ulisse narrata da Omero nell'Odissea, rappresenta il suo stratagemma ideato per evitare nuove nozze, è il lenzuolo funebre per il suocero Laerte che faceva di giorno e disfaceva la notte. L'opera vuole mettere in risalto non solo la reverenza e la devozione di Penelope verso il marito in viaggio, fulcro della sua esistenza, ma dare voce al suo punto di vista.
Nei secoli Penelope è stata lodata dalla letteratura per l'astuzia e la devozione, un angelo del focolare in vigile attesa del ritorno del marito in guerra. Il mio auspicio è che con “Penelope” le venga restituito il peso della sua esistenza, il suo tempo, che il suo personaggio venga rivisto non più come una subordinata, ma come una donna che esercita liberamente la sua volontà.
Ogni elemento presente in questo sudario ha una sua simbologia. A differenza del mito, la mia è l’interpretazione del sudario di Penelope, una donna che tesse il suo destino, che non terminando la tela sceglie e determina appunto la sua libertà.
La struttura evocativa è quella di un calendario dove i giorni in cui aspetta Ulisse sono segnati e rappresentati da dei petali di rosa rossa; le lenzuola logore si ispirano al concetto di tela fatta e disfatta; le candele e la cera simboleggiano il tempo della narrazione e l’astuzia della protagonista nel suo agire di notte. La ciocca dei miei capelli è un simbolo della devozione della protagonista: donare una ciocca di capelli all’uomo amato spedito in guerra era una promessa di fedeltà e devozione, questo elemento sottolinea la condizione della protagonista Penelope.
Infine gli spilli utilizzati sono impiegati per mantenere saldi i lenzuoli al telaio, ma sono removibili per fare in modo che l’intera struttura, proprio come lo stratagemma di Penelope, possa essere fatta e disfatta all’infinito.