opera
Quattro Mori, Tacca, 1623-1626
categoria | Fotografia |
soggetto | Figura umana |
tags | artecontemporanea tattoo |
base | 46 cm |
altezza | 70 cm |
profondità | 3 cm |
anno | 2015 |
Questa opera fa parte del gruppo di opere nato nel 2015 dal nome Compunctio Aesthetica:
8200 chilometri percorsi, centinaia di statue, migliaia di tattoo, mezzo milione di scatti, cinque anni di lavoro e solo un’idea: guardare all’estetica e al suo dominio.
Aesthetica: termine coniato da Baugmarten nel 1735. Si propone come la dottrina della conoscenza sensibile. Nel XVIII secolo, con senso specifico e tecnico, la dottrina del bello, naturale o artistico, è l’esperienza del bello, della produzione e dei prodotti dell’arte, che caratterizza un periodo storico una civiltà, l’opera di un artista, il pensiero di un autore , di un filosofo.
Prima di Baugmarten, troviamo traccia della definizione delle attività artistiche nella civiltà ellenistica. La techne era il termine usato per indicare ogni operazione dell’uomo tesa a modificare e a trasformare le cose di natura. Da che se ne ha testimonianza, l’uomo ha da sempre teso a trasformare i segni della natura mirando alla perfezione e coniando nelle diverse epoche e situazioni culturali un canone estetico ad hoc, ovvero un ideale estetico aggiornato del corpo riconosciuto come “oggettivamente bello” dalla società.
Oggi, nell’era della personalizzazione, il fenomeno tatuaggio sembra annullare il concetto di bello assoluto, andandosi a depositare sotto alle pelli indipendentemente da bellezza, appunto, colore, taglia, statura o età. Se tutto questo fosse accaduto in passato, (in modo diffuso e al di fuori delle culture specifiche che lo avevano adottato sviluppandolo) avrebbe sicuramente costretto pittori e scultori a trovare una soluzione per comprenderlo e rappresentarlo.
Ecco, quindi, di quale mondo la mia immaginazione si è appropriata.
Luce naturale e post produzione, 10 Copie Fine art Baritata 300gr, cornice.
8200 chilometri percorsi, centinaia di statue, migliaia di tattoo, mezzo milione di scatti, cinque anni di lavoro e solo un’idea: guardare all’estetica e al suo dominio.
Aesthetica: termine coniato da Baugmarten nel 1735. Si propone come la dottrina della conoscenza sensibile. Nel XVIII secolo, con senso specifico e tecnico, la dottrina del bello, naturale o artistico, è l’esperienza del bello, della produzione e dei prodotti dell’arte, che caratterizza un periodo storico una civiltà, l’opera di un artista, il pensiero di un autore , di un filosofo.
Prima di Baugmarten, troviamo traccia della definizione delle attività artistiche nella civiltà ellenistica. La techne era il termine usato per indicare ogni operazione dell’uomo tesa a modificare e a trasformare le cose di natura. Da che se ne ha testimonianza, l’uomo ha da sempre teso a trasformare i segni della natura mirando alla perfezione e coniando nelle diverse epoche e situazioni culturali un canone estetico ad hoc, ovvero un ideale estetico aggiornato del corpo riconosciuto come “oggettivamente bello” dalla società.
Oggi, nell’era della personalizzazione, il fenomeno tatuaggio sembra annullare il concetto di bello assoluto, andandosi a depositare sotto alle pelli indipendentemente da bellezza, appunto, colore, taglia, statura o età. Se tutto questo fosse accaduto in passato, (in modo diffuso e al di fuori delle culture specifiche che lo avevano adottato sviluppandolo) avrebbe sicuramente costretto pittori e scultori a trovare una soluzione per comprenderlo e rappresentarlo.
Ecco, quindi, di quale mondo la mia immaginazione si è appropriata.
Luce naturale e post produzione, 10 Copie Fine art Baritata 300gr, cornice.