opera
SINOLI
categoria | Scultura |
soggetto | Figura umana, Politico/Sociale |
tags | |
base | 120 cm |
altezza | 120 cm |
profondità | 120 cm |
anno | 2023 |
L’esperienza presso l’Associazione I Buffoni di Corte
Nel 2022 ho incontrato e iniziato a collaborare nella produzione artistica con I Buffoni di Corte
APS, Associazione che propone attività educative, formative e ricreative per persone con disabilità
cognitiva, un luogo dove l’arte è strumento di relazione e crescita per i partecipanti.
Entrando all’interno del contesto dell’Associazione ho potuto osservare come la percezione
sensoriale sia un veicolo per altri tipi di comunicazione, in particolare non verbale.
Nel periodo trascorso ai Buffoni di Corte ho conosciuto la signora F., una persona con disabilità
cognitiva con la tendenza a imitare e ripetere le frasi e parole pronunciate da altre persone. F.,
oltre al linguaggio verbale, utilizza le mani come strumento di comunicazione, imprimendo una
forza diversa in base alle emozioni che prova e vuole dimostrare.
Grazie a F., ho potuto verificare come l’esperienza sensoriale tattile possa essere un canale
comunicativo efficace per riuscire ad esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Osservando un laboratorio di educazione all’affettività e alla sessualità, “Senza Vergogna”,
condotto all’interno dei Buffoni di Corte da un’educatrice, ho notato i partecipanti discutere e
confrontarsi a partire dalla loro conoscenza del corpo maschile e di quello femminile. Ho
compreso che molte persone, prima di iniziare il percorso, non hanno consapevolezza di come sia
fatto il loro corpo e quello delle altre persone. Ho discusso con le figure educative
dell’Associazione per provare a identificare le cause di questa situazione e sono state ricondotte,
tra gli altri motivi, alla mancanza di educazione sessuale all’interno delle scuole (che accomuna
l’Italia all’interno dell’Europa solo alla Romania, Bulgaria, Cipro, Polonia e Lituania) e nel tabù che
caratterizza questo tema all’interno delle famiglie rendendolo spesso difficile da affrontare tra
genitori e figli, a prescindere dalla disabilità.
Inoltre, ho notato che spesso le persone con disabilità all’interno dei Buffoni di Corte utilizzano il
gioco e le personificazioni simboliche come strumento di mediazione tra il sé e il resto del mondo.
Sono stato colpito dall’utilizzo fatto da T. dei film di animazione digitale come strumento per
decodificare la realtà e relazionarsi, attraverso l’impersonificazione con personaggi di fantasia.
Il progetto artistico
È ampiamente riconosciuto che la terapia di manipolazione e la pedagogia scientifica
Montessoriana possono aiutare i bambini con disabilità cognitiva ad interagire e confrontarsi con il
mondo esterno. La manipolazione di lettere, oggetti e materiali permette di creare delle
connessioni tra l’individuo, la materia e l’ambiente.
A partire da queste considerazioni e il tempo trascorso all’interno dei Buffoni di Corte, ho pensato
di creare un progetto collegato alla mia esperienza artistica, dove le sculture diventano il luogo
d’incontro tra il soggetto e il movimento dei teli che li ricoprono, dualità che richiama l’intrecciarsi
di questi due nella vita umana. Le pesanti coperte che avvolgono le figure sembrano spingerle via
e farle cadere; nonostante ciò, la figura è ferma e si oppone ai disagi che queste coperte
rappresentano, ovvero le sfide e gli affanni della vita. Di conseguenza, la scultura non è più uno
sterile oggetto a sé stante protetto dalla sua corazza di gesso, ma diventa un tramite con
l’osservatore, in altre parole un mezzo per comunicare e condividere le emozioni. La scultura
rappresenta quindi un dialogo tra l’oggetto fisico e il sentimento che esso esprime, ma è anche un
corpo che comunica una presenza, un messaggio, un pensiero.
Il poter avere una visione esterna del proprio corpo tramite i calchi in gesso, dunque “la proiezione
di sé stessi”, può favorire il congiungimento tra l’Io interiore e l’Io fisico.
I calchi in gesso sono uno strumento che permette di “fotografare” una persona: la
scannerizzazione e la stampa 3d è mediata dalla freddezza di una macchina, così non riesce a
riprodurre il calore e la sensibilità del tessuto e del gesso, che generano invece una
rappresentazione più umana.
Quando creo un involucro di gesso, le forme e le dimensioni del modello esprimono il soggetto
nella sua unicità, i suoi atteggiamenti comportamentali, dinamici e fisici. È un effetto simile ai
calchi di Pompei, dove una lettura più attenta dei gessi ci permette di comprendere le emozioni i
sentimenti degli ultimi attimi della loro vita.
La scultura, rappresentazione plastica del proprio corpo, può innescare un processo di costruzione
identitaria che metta al centro la rappresentazione che la persona con disabilità dà di sé stessa.
Troppo spesso, infatti, l’identità della persona con disabilità risente dei pregiudizi e stereotipi che
la società proietta sul soggetto, non ritenuto capace di rappresentarsi.
Rispetto alla già citata tendenza delle persone con disabilità all’interno dei Buffoni di Corte di
utilizzare il gioco e le personificazioni simboliche come strumento di mediazione tra il sé e il resto
del mondo, l’esperienza dei calchi potrebbe portare le persone con disabilità a radicarsi ed
integrare ancora di più sé stessi con il reale, attraverso una rappresentazione realistica di loro
stessi.
Nel 2022 ho incontrato e iniziato a collaborare nella produzione artistica con I Buffoni di Corte
APS, Associazione che propone attività educative, formative e ricreative per persone con disabilità
cognitiva, un luogo dove l’arte è strumento di relazione e crescita per i partecipanti.
Entrando all’interno del contesto dell’Associazione ho potuto osservare come la percezione
sensoriale sia un veicolo per altri tipi di comunicazione, in particolare non verbale.
Nel periodo trascorso ai Buffoni di Corte ho conosciuto la signora F., una persona con disabilità
cognitiva con la tendenza a imitare e ripetere le frasi e parole pronunciate da altre persone. F.,
oltre al linguaggio verbale, utilizza le mani come strumento di comunicazione, imprimendo una
forza diversa in base alle emozioni che prova e vuole dimostrare.
Grazie a F., ho potuto verificare come l’esperienza sensoriale tattile possa essere un canale
comunicativo efficace per riuscire ad esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Osservando un laboratorio di educazione all’affettività e alla sessualità, “Senza Vergogna”,
condotto all’interno dei Buffoni di Corte da un’educatrice, ho notato i partecipanti discutere e
confrontarsi a partire dalla loro conoscenza del corpo maschile e di quello femminile. Ho
compreso che molte persone, prima di iniziare il percorso, non hanno consapevolezza di come sia
fatto il loro corpo e quello delle altre persone. Ho discusso con le figure educative
dell’Associazione per provare a identificare le cause di questa situazione e sono state ricondotte,
tra gli altri motivi, alla mancanza di educazione sessuale all’interno delle scuole (che accomuna
l’Italia all’interno dell’Europa solo alla Romania, Bulgaria, Cipro, Polonia e Lituania) e nel tabù che
caratterizza questo tema all’interno delle famiglie rendendolo spesso difficile da affrontare tra
genitori e figli, a prescindere dalla disabilità.
Inoltre, ho notato che spesso le persone con disabilità all’interno dei Buffoni di Corte utilizzano il
gioco e le personificazioni simboliche come strumento di mediazione tra il sé e il resto del mondo.
Sono stato colpito dall’utilizzo fatto da T. dei film di animazione digitale come strumento per
decodificare la realtà e relazionarsi, attraverso l’impersonificazione con personaggi di fantasia.
Il progetto artistico
È ampiamente riconosciuto che la terapia di manipolazione e la pedagogia scientifica
Montessoriana possono aiutare i bambini con disabilità cognitiva ad interagire e confrontarsi con il
mondo esterno. La manipolazione di lettere, oggetti e materiali permette di creare delle
connessioni tra l’individuo, la materia e l’ambiente.
A partire da queste considerazioni e il tempo trascorso all’interno dei Buffoni di Corte, ho pensato
di creare un progetto collegato alla mia esperienza artistica, dove le sculture diventano il luogo
d’incontro tra il soggetto e il movimento dei teli che li ricoprono, dualità che richiama l’intrecciarsi
di questi due nella vita umana. Le pesanti coperte che avvolgono le figure sembrano spingerle via
e farle cadere; nonostante ciò, la figura è ferma e si oppone ai disagi che queste coperte
rappresentano, ovvero le sfide e gli affanni della vita. Di conseguenza, la scultura non è più uno
sterile oggetto a sé stante protetto dalla sua corazza di gesso, ma diventa un tramite con
l’osservatore, in altre parole un mezzo per comunicare e condividere le emozioni. La scultura
rappresenta quindi un dialogo tra l’oggetto fisico e il sentimento che esso esprime, ma è anche un
corpo che comunica una presenza, un messaggio, un pensiero.
Il poter avere una visione esterna del proprio corpo tramite i calchi in gesso, dunque “la proiezione
di sé stessi”, può favorire il congiungimento tra l’Io interiore e l’Io fisico.
I calchi in gesso sono uno strumento che permette di “fotografare” una persona: la
scannerizzazione e la stampa 3d è mediata dalla freddezza di una macchina, così non riesce a
riprodurre il calore e la sensibilità del tessuto e del gesso, che generano invece una
rappresentazione più umana.
Quando creo un involucro di gesso, le forme e le dimensioni del modello esprimono il soggetto
nella sua unicità, i suoi atteggiamenti comportamentali, dinamici e fisici. È un effetto simile ai
calchi di Pompei, dove una lettura più attenta dei gessi ci permette di comprendere le emozioni i
sentimenti degli ultimi attimi della loro vita.
La scultura, rappresentazione plastica del proprio corpo, può innescare un processo di costruzione
identitaria che metta al centro la rappresentazione che la persona con disabilità dà di sé stessa.
Troppo spesso, infatti, l’identità della persona con disabilità risente dei pregiudizi e stereotipi che
la società proietta sul soggetto, non ritenuto capace di rappresentarsi.
Rispetto alla già citata tendenza delle persone con disabilità all’interno dei Buffoni di Corte di
utilizzare il gioco e le personificazioni simboliche come strumento di mediazione tra il sé e il resto
del mondo, l’esperienza dei calchi potrebbe portare le persone con disabilità a radicarsi ed
integrare ancora di più sé stessi con il reale, attraverso una rappresentazione realistica di loro
stessi.