opera
Voli pindarici
categoria | Scultura |
soggetto | Politico/Sociale, Figura umana, Bellezza, Architettura |
tags | corpo , precario, impossibile, figura umana, equilibrio |
base | 400 cm |
altezza | 270 cm |
profondità | 300 cm |
anno | 2022 |
Voli pindarici, 2022
Silicone e materiali vari
Opera unica
Che succede quando la mente diventa claustrofobica? Dopo un lungo e mai sperimentato prima periodo di clausura, il nostro mondo si è ritrovato pieno di informazioni, di opinioni, di citazioni, di parole e pensieri che però ruotavano tutte intorno ad un unico sole nella galassia pandemia.
Almeno per coloro affetti da senso di responsabilità, il pensiero è stato vincolato, incanalato, e per quanto si cercasse di evadere con la mente, l’immaginazione e la progettualità si scontravano con la materializzazione realistica della sua futura fattibilità: dipende dalla pandemia.
In VOLI PINDARICI un’anziana signora galleggia in una stanza sperimentando come rivivere un tempo casalingo, costretto, intimorito, e rassegnato ad un futuro incerto. Per coloro che non hanno usufruito di svaghi tecnologici, di relazioni virtuali e scambi di informazioni nell’etere, sono rimaste quattro mura. Il corpo è diventato superfluo (fonte e ricettacolo di malanni), levita inutile mostrando quanto la mente, la testa, si fermi al limite di una condizione che sovrasta l’individuo e gli intima di temere di diventare una statistica da telegiornale. Agrimi riproduce una realtà che è indice iperbolico di quella vissuta in ogni casa in cui una persona sola è fuggita via con la mente, ha provato a riguadagnare la sua libertà nel pensiero. Vincolati al pensarci ridimensionati dalla pandemia, limitati dal buon senso e dalle regole di convivenza civile, rimaniamo a pensare, attaccati alla realtà sempre più con la mente e sempre meno con il corpo.
Silicone e materiali vari
Opera unica
Che succede quando la mente diventa claustrofobica? Dopo un lungo e mai sperimentato prima periodo di clausura, il nostro mondo si è ritrovato pieno di informazioni, di opinioni, di citazioni, di parole e pensieri che però ruotavano tutte intorno ad un unico sole nella galassia pandemia.
Almeno per coloro affetti da senso di responsabilità, il pensiero è stato vincolato, incanalato, e per quanto si cercasse di evadere con la mente, l’immaginazione e la progettualità si scontravano con la materializzazione realistica della sua futura fattibilità: dipende dalla pandemia.
In VOLI PINDARICI un’anziana signora galleggia in una stanza sperimentando come rivivere un tempo casalingo, costretto, intimorito, e rassegnato ad un futuro incerto. Per coloro che non hanno usufruito di svaghi tecnologici, di relazioni virtuali e scambi di informazioni nell’etere, sono rimaste quattro mura. Il corpo è diventato superfluo (fonte e ricettacolo di malanni), levita inutile mostrando quanto la mente, la testa, si fermi al limite di una condizione che sovrasta l’individuo e gli intima di temere di diventare una statistica da telegiornale. Agrimi riproduce una realtà che è indice iperbolico di quella vissuta in ogni casa in cui una persona sola è fuggita via con la mente, ha provato a riguadagnare la sua libertà nel pensiero. Vincolati al pensarci ridimensionati dalla pandemia, limitati dal buon senso e dalle regole di convivenza civile, rimaniamo a pensare, attaccati alla realtà sempre più con la mente e sempre meno con il corpo.