opera
wabi-sabi
categoria | Altro |
soggetto | Politico/Sociale, Natura, Figura umana |
tags | imperfezione, wabi-sabi, yakasugi, cenere, legno , simulacro, vita |
base | 15 cm |
altezza | 30 cm |
profondità | 6 cm |
anno | 2022 |
legno bruciato, carta, grafite, chiodi
Un'antica tecnica giapponese, ma anche degli aborigeni dell'isola di Melville, prevede di bruciare il legno per renderlo resistente al fuoco, all'acqua e alle muffe.
Il termine wabi-sabi, deriva invece da una parola giapponese e significa "la bellezza dell'imperfezione": si tratta di simulacri della transitorietà, della fragilità del trascorrere del tempo e della dolcezza dello svanire. Sono pezzi di legno bruciati da cui emerge il simulacro dell'uomo, “un velo sottile identico alla cosa stessa" che secondo Lucrezio a contatto con l'occhio fa scaturire nell'osservatore il senso di percezione e la magnifica transitorietà dei sogni.
Un'antica tecnica giapponese, ma anche degli aborigeni dell'isola di Melville, prevede di bruciare il legno per renderlo resistente al fuoco, all'acqua e alle muffe.
Il termine wabi-sabi, deriva invece da una parola giapponese e significa "la bellezza dell'imperfezione": si tratta di simulacri della transitorietà, della fragilità del trascorrere del tempo e della dolcezza dello svanire. Sono pezzi di legno bruciati da cui emerge il simulacro dell'uomo, “un velo sottile identico alla cosa stessa" che secondo Lucrezio a contatto con l'occhio fa scaturire nell'osservatore il senso di percezione e la magnifica transitorietà dei sogni.