opera
Worn Out Lullaby
categoria | Installazione |
soggetto | Architettura, Figura umana, Natura, Paesaggio |
tags | industrial , urban , city, landscape, abandoned, architecture, building, installation , mixedmedia, sculpture, contemporarysculpture, casting, artcity2023, bologna, artefiera |
base | 500 cm |
altezza | 300 cm |
profondità | 400 cm |
anno | 2023 |
Il lavoro nasce dalla collaborazione tra Edoardo
Sessa ed Elisa Capucci; una cooperazione questa volta duplice, poiché il progetto espositivo Hidden Garage (autogestito dagli stessi artisti) decide, per la prima volta ed in via del tutto eccezionale, di presentare un lavoro dedicato ai suoi ideatori. WornOutLullaby consiste in una attenzionata ricerca rivolta ad una specifica area della città di Bologna.
La zona d’interesse comprende un corpo industriale di più di 93.300 metri quadrati ormai in completo disuso. Il complesso, dal nome STA.VE.CO (Stabilimento per i Veicoli da Combattimento) fonda le sue radici già alla fine del ‘700 quando l’area venne militarizzata, per poi diventare un vero e proprio arsenale durante il secolo precedente ed infine cadere in rovina non molti decenni fa. I due artisti decidono insieme di sondare il terreno di quello che è negli ultimi anni diventato un vero e proprio climax a sé stante, raccontandone il lento flusso di eventi. Elisa propone un'installazione i quali soggetti si presentano come corpi ibridi formatisi a partire dal modellato dell’artista. Riconsiderando residui e soggetti vegetali raccolti sul posto, Elisa ricrea il climax percepito, materializzando un vero e proprio micro- ambiente. Le due ricerche conservano insieme un carattere esiliato, espulso dalla frenesia cittadina, che nei giorni di ArtCity diventa un vero e proprio impianto percettivo dedito al racconto e alla dolce e lenta narrazione della possibilità dopo il devasto.
Materiali: Ponteggi industriali, elementi vegetali, ferro, materiali di recupero, cemento, smalto acrilico
La zona d’interesse comprende un corpo industriale di più di 93.300 metri quadrati ormai in completo disuso. Il complesso, dal nome STA.VE.CO (Stabilimento per i Veicoli da Combattimento) fonda le sue radici già alla fine del ‘700 quando l’area venne militarizzata, per poi diventare un vero e proprio arsenale durante il secolo precedente ed infine cadere in rovina non molti decenni fa. I due artisti decidono insieme di sondare il terreno di quello che è negli ultimi anni diventato un vero e proprio climax a sé stante, raccontandone il lento flusso di eventi. Elisa propone un'installazione i quali soggetti si presentano come corpi ibridi formatisi a partire dal modellato dell’artista. Riconsiderando residui e soggetti vegetali raccolti sul posto, Elisa ricrea il climax percepito, materializzando un vero e proprio micro- ambiente. Le due ricerche conservano insieme un carattere esiliato, espulso dalla frenesia cittadina, che nei giorni di ArtCity diventa un vero e proprio impianto percettivo dedito al racconto e alla dolce e lenta narrazione della possibilità dopo il devasto.
Materiali: Ponteggi industriali, elementi vegetali, ferro, materiali di recupero, cemento, smalto acrilico