opera
La Città Visibile
categoria | Fotografia |
soggetto | Paesaggio |
tags | La città visibile , Italo Calvino, Street photography, Roma, Urban Landscape, Paesaggio urbano, Pubblicità, Manifesti |
base | 40 cm |
altezza | 60 cm |
profondità | 0 cm |
anno | 2008 |
La città visibile è il risultato di una lunga ricerca fotografica sulle mutazioni del paesaggio urbano a Roma. Attraverso una visione, spesso ironica o surreale, delle immagini pubblicitarie che compaiono su mezzi di trasporto, manifesti e billboards collocati sulle facciate di palazzi in ristrutturazione, ho cercato di mettere in risalto il rapporto insolito e sorprendente che s’instaura fra la città reale e quella dell’effimero pubblicitario: un volto di donna che sembra dissetarsi a una fontana, un Concorde che attraversa un cielo inesistente, delle misteriose figure in fuga…un gigantesco e accattivante mondo di carta che sempre più irrompe nel nostro mondo reale. E difatti di queste immagini, apparse nei luoghi culto della capitale, non esiste più traccia.
La città contemporanea è sempre più caratterizzata da una dimensione in cui l’artificio e l’illusione visiva si sovrappongono alla realtà urbana come già aveva profetizzato Italo Calvino nel Marcovaldo e nelle Città invisibili, cui si richiama il titolo del lavoro. La città di Tamara, ad esempio, già contiene in nuce scenari cittadini contemporanei, laddove “ci si addentra per vie fitte d’insegne che sporgono dai muri. L’occhio non vede cose, ma figure di cose che significano altre cose”.
Le foto, scattate su pelllicola o digitale, non hanno subito alcuna manipolazione in post-produzione.
La città contemporanea è sempre più caratterizzata da una dimensione in cui l’artificio e l’illusione visiva si sovrappongono alla realtà urbana come già aveva profetizzato Italo Calvino nel Marcovaldo e nelle Città invisibili, cui si richiama il titolo del lavoro. La città di Tamara, ad esempio, già contiene in nuce scenari cittadini contemporanei, laddove “ci si addentra per vie fitte d’insegne che sporgono dai muri. L’occhio non vede cose, ma figure di cose che significano altre cose”.
Le foto, scattate su pelllicola o digitale, non hanno subito alcuna manipolazione in post-produzione.