ritratti
RITRATTI - Un lavoro per affetti
Ogni viso riflette una parte della mia complessità; echi del molteplice.
Tecnica a spruzzo con l'uso di bombolette di vernice spray.
Supporti utilizzati: cartongesso, cartone telato, compensato, multistrato, tela per quadri.
Pezzi unici
Cosa siamo se non un movimento perpetuo che prende velocità e si arricchisce anche grazie agli incontri che facciamo, buoni o cattivi che siano? Questo pensiero e l'abbattimento di una parete divisoria in cartongesso presente sul mio terrazzo-laboratorio sono i motivi che mi hanno fatto pensare alla possibilità di fare dei ritratti con le bombolette di vernice spray come fossero murales o graffiti.
Il mio primo ritratto è stato per Sarah, una persona che conosco da sempre e alla quale sento di essere profondamente legato. Di lei ho già fatto tre ritratti e non escudo di farne altri. Poi ho continuato: la mia compagna e gli artisti che hanno lavorato con noi negli anni bellissimi del teatro, la mia famiglia e gli amici cari e gli incontri dei quali a volte sono rimasti solo echi lontani di una qualche bellezza assaggiata e poi persa, come accade sempre nelle vite di tutti. Ed è giusto così.
Tutti i volti che ho ritratto, ed ogni volta era come se fosse il primo, con una tecnica da trovare in quel preciso momento, tutti i volti sono stati ritratti con uno stato d'animo che ho difficoltà a spiegare: un miscuglio di timore per la resa finale, piacere per quello che mi rimandava quel viso già conosciuto e a volte emozione, per chi non c'è già più.
È cominciata così la storia dei ritratti che mi ha portato a realizzare le seguenti serie:
teatro: corpi come poesie visive – 9 ritratti;
miti moderni: piccolo elenco delle mie figure mitiche – 16 ritratti;
famiglia: il mio modo per dire affetto – 16 ritratti;
autoritratti: da 0 a morto – 19 ritratti;
altri affetti – amici e altre passioni - 13 ritratti;
da fare: altri volti e vite interessanti – 5 progetti in corso.
Scolio – Durante questo lavoro ho avuto l'idea di una macchina degli affetti che, utilizzando una serie di ritratti scelti tra amici, familiari e altri incontri, potesse farmi raccontare quella parte della mia vita che sono stati gli altri. Quindi decido di costruire un grande libro una specie di album degli affetti, legno al posto delle pagine e tele dipinte con le mie mani e il mio sguardo, volti, incontri, fantasmi, una raccolta (certamente parziale) dei volti di coloro che hanno influito con gli affetti, le passioni e gli scambi, sulla mia essenza singolare eterna – una vita – la mia vita.
Nota: è diventato chiaro che il titolo dell'opera non può che essere...... FANTASMI
sull'oggetto album degli affetti
Prima di descrivere fisicamente l'oggetto, voglio fissare un aspetto importante: l'ordine secondo il quale inserire i ritratti nei due contenitori libro. Su spunto di Annalisa ho riletto alcune pagine da Mille Piani di Deleuze e Guattari grazie alle quali ho deciso di inserire i ritratti su 5 piani di consistenza, 5 blocchi rizomatici concatenati non gerarchici.
composizione e concatenamenti
TOMO SPAZIO – 18 tavole – 2 testi brevi, 34 ritratti.
CAPITOLI:
VELOCITÀ - 16 ritratti
PLURIVERSO - 14 ritratti –
TOMO TEMPO – 18 tavole – 2 testi brevi, 34 ritratti. Completo.
CAPITOLI:
CONFUSIONE - 12 ritratti
HORROR VACUI -11 ritratti
TUFFATORE - 11 ritratti
Ogni viso riflette una parte della mia complessità; echi del molteplice.
Tecnica a spruzzo con l'uso di bombolette di vernice spray.
Supporti utilizzati: cartongesso, cartone telato, compensato, multistrato, tela per quadri.
Pezzi unici
Cosa siamo se non un movimento perpetuo che prende velocità e si arricchisce anche grazie agli incontri che facciamo, buoni o cattivi che siano? Questo pensiero e l'abbattimento di una parete divisoria in cartongesso presente sul mio terrazzo-laboratorio sono i motivi che mi hanno fatto pensare alla possibilità di fare dei ritratti con le bombolette di vernice spray come fossero murales o graffiti.
Il mio primo ritratto è stato per Sarah, una persona che conosco da sempre e alla quale sento di essere profondamente legato. Di lei ho già fatto tre ritratti e non escudo di farne altri. Poi ho continuato: la mia compagna e gli artisti che hanno lavorato con noi negli anni bellissimi del teatro, la mia famiglia e gli amici cari e gli incontri dei quali a volte sono rimasti solo echi lontani di una qualche bellezza assaggiata e poi persa, come accade sempre nelle vite di tutti. Ed è giusto così.
Tutti i volti che ho ritratto, ed ogni volta era come se fosse il primo, con una tecnica da trovare in quel preciso momento, tutti i volti sono stati ritratti con uno stato d'animo che ho difficoltà a spiegare: un miscuglio di timore per la resa finale, piacere per quello che mi rimandava quel viso già conosciuto e a volte emozione, per chi non c'è già più.
È cominciata così la storia dei ritratti che mi ha portato a realizzare le seguenti serie:
teatro: corpi come poesie visive – 9 ritratti;
miti moderni: piccolo elenco delle mie figure mitiche – 16 ritratti;
famiglia: il mio modo per dire affetto – 16 ritratti;
autoritratti: da 0 a morto – 19 ritratti;
altri affetti – amici e altre passioni - 13 ritratti;
da fare: altri volti e vite interessanti – 5 progetti in corso.
Scolio – Durante questo lavoro ho avuto l'idea di una macchina degli affetti che, utilizzando una serie di ritratti scelti tra amici, familiari e altri incontri, potesse farmi raccontare quella parte della mia vita che sono stati gli altri. Quindi decido di costruire un grande libro una specie di album degli affetti, legno al posto delle pagine e tele dipinte con le mie mani e il mio sguardo, volti, incontri, fantasmi, una raccolta (certamente parziale) dei volti di coloro che hanno influito con gli affetti, le passioni e gli scambi, sulla mia essenza singolare eterna – una vita – la mia vita.
Nota: è diventato chiaro che il titolo dell'opera non può che essere...... FANTASMI
sull'oggetto album degli affetti
Prima di descrivere fisicamente l'oggetto, voglio fissare un aspetto importante: l'ordine secondo il quale inserire i ritratti nei due contenitori libro. Su spunto di Annalisa ho riletto alcune pagine da Mille Piani di Deleuze e Guattari grazie alle quali ho deciso di inserire i ritratti su 5 piani di consistenza, 5 blocchi rizomatici concatenati non gerarchici.
composizione e concatenamenti
TOMO SPAZIO – 18 tavole – 2 testi brevi, 34 ritratti.
CAPITOLI:
VELOCITÀ - 16 ritratti
PLURIVERSO - 14 ritratti –
TOMO TEMPO – 18 tavole – 2 testi brevi, 34 ritratti. Completo.
CAPITOLI:
CONFUSIONE - 12 ritratti
HORROR VACUI -11 ritratti
TUFFATORE - 11 ritratti
Una specie di autobiografia
Non si rappresenta, si genera e si percorre.
Sono di Napoli, vivo davanti al mare e il fuoco scorre sotto i miei piedi.
I miei studi non hanno riguardato l'arte. Io sono la mia arte.
Tutto ciò che ho prodotto, nel teatro come nei video, negli happening e nelle installazioni è dipeso esclusivamente dalla potenza del mio desiderio e se con il teatro e i video mi sono sempre esposto, crudelmente e contro la mia natura intimista e silenziosa, al giudizio di chiunque, i miei oggetti scultura sono la mia anima segreta e inafferrabile, non giudicabile.
Io non creo, io produco atti poetici cioè oggetti scultura nei quali riverso, in totale libertà espressiva, un furioso sentimento di vita.
Autodidatta della vita come dell'arte, sono “colui che impara dalle cose”.
Sono il chiodo e la colla, la tela e il colore,
sono lo spago e il filo di ferro, il trapano e il martello,
sono la vite e il giravite e sono il fuoco che scrive sugli oggetti.
Ho lasciato la creazione agli dei ormai morti per diventare utensile, strumento per la trasformazione della materia, necessario alla sua transmutazione.
Nella reciproca necessità di trasformazione ci completiamo.
Sono la pietra e l'albero, il cyborg con le ruote,
sono i chiodi piantati nella testa,
sono il bianco e il nero,
sono il post umano e il pollo d'allevamento.
È questo il modo di sentirmi Universo, come fosse casa.
Malacarne è un processo, lento e faticoso, una vita non ancora compiuta.
Malacarne è il nome che ho scelto per chiamare questa potenza, questo desiderio.
Dal 1995, in contemporanea con il teatro, i video, i piaceri e le piccole cose della vita, Malacarne ha iniziato la produzione di lampade, orologi, oggetti scultura, installazioni e ritratti lavorati con la vernice spray delle bombolette.
L'happening “lettura in cuffia - la voce d'ombra” (in produzione dal 2000 a tutt'oggi), è stata inserita nel primo Rapporto sulla promozione della lettura in Italia pubblicato nel mese di marzo dell'anno 2013 a cura dell'Associazione Forum del libro su incarico del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'opera video “il mio nome è P.” viene presentato all'Istituto Francese Grenoble di Napoli nell'ambito del
festival “O' CURT” ed. 2005, in un seminario dal titolo Piccola storia del video teatro italiano curato dal prof. Alfonso Amendola dell'Università di Salerno.
TODKÜSSEN - baciare a morte - la I° parte del video è stata premiata come una delle dieci migliori opere d'arte selezionate dal Festival Internazionale VISIONARIA di Siena - ed. 2006. L'opera è stata inserita in una mostra dedicata alla video arte dal titolo “VISIONART” appositamente allestita presso il Palazzo Appiani di Piombino, dal 18 al 25 Novembre 2006.
Nell'anno 2007 la nostra piccola compagnia teatrale ha collaborato con la Compagnia Andrea Saggiomo alla realizzazione dello spettacolo “Canti di Maldoror”. L'opera è risultata vincitrice del concorso Nuove Sensibilità, curato dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, nell'ambito della prima edizione nazionale di Teatro Festival Italia.
Il cortometraggio “WHY” riceve nell'anno 2011 la segnalazione di filmaker di qualità dal Pistoia Film Festival. Nel 2012 viene proiettato dal canale 143 di SKY nel programma Short Movie.
“Del corpo dell'artista: macchine, ritratti ed installazioni” - personale con occupazione non abusiva di giardino e villa privata - Posillipo, Napoli - ottobre 2021.
Non si rappresenta, si genera e si percorre.
Sono di Napoli, vivo davanti al mare e il fuoco scorre sotto i miei piedi.
I miei studi non hanno riguardato l'arte. Io sono la mia arte.
Tutto ciò che ho prodotto, nel teatro come nei video, negli happening e nelle installazioni è dipeso esclusivamente dalla potenza del mio desiderio e se con il teatro e i video mi sono sempre esposto, crudelmente e contro la mia natura intimista e silenziosa, al giudizio di chiunque, i miei oggetti scultura sono la mia anima segreta e inafferrabile, non giudicabile.
Io non creo, io produco atti poetici cioè oggetti scultura nei quali riverso, in totale libertà espressiva, un furioso sentimento di vita.
Autodidatta della vita come dell'arte, sono “colui che impara dalle cose”.
Sono il chiodo e la colla, la tela e il colore,
sono lo spago e il filo di ferro, il trapano e il martello,
sono la vite e il giravite e sono il fuoco che scrive sugli oggetti.
Ho lasciato la creazione agli dei ormai morti per diventare utensile, strumento per la trasformazione della materia, necessario alla sua transmutazione.
Nella reciproca necessità di trasformazione ci completiamo.
Sono la pietra e l'albero, il cyborg con le ruote,
sono i chiodi piantati nella testa,
sono il bianco e il nero,
sono il post umano e il pollo d'allevamento.
È questo il modo di sentirmi Universo, come fosse casa.
Malacarne è un processo, lento e faticoso, una vita non ancora compiuta.
Malacarne è il nome che ho scelto per chiamare questa potenza, questo desiderio.
Dal 1995, in contemporanea con il teatro, i video, i piaceri e le piccole cose della vita, Malacarne ha iniziato la produzione di lampade, orologi, oggetti scultura, installazioni e ritratti lavorati con la vernice spray delle bombolette.
L'happening “lettura in cuffia - la voce d'ombra” (in produzione dal 2000 a tutt'oggi), è stata inserita nel primo Rapporto sulla promozione della lettura in Italia pubblicato nel mese di marzo dell'anno 2013 a cura dell'Associazione Forum del libro su incarico del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'opera video “il mio nome è P.” viene presentato all'Istituto Francese Grenoble di Napoli nell'ambito del
festival “O' CURT” ed. 2005, in un seminario dal titolo Piccola storia del video teatro italiano curato dal prof. Alfonso Amendola dell'Università di Salerno.
TODKÜSSEN - baciare a morte - la I° parte del video è stata premiata come una delle dieci migliori opere d'arte selezionate dal Festival Internazionale VISIONARIA di Siena - ed. 2006. L'opera è stata inserita in una mostra dedicata alla video arte dal titolo “VISIONART” appositamente allestita presso il Palazzo Appiani di Piombino, dal 18 al 25 Novembre 2006.
Nell'anno 2007 la nostra piccola compagnia teatrale ha collaborato con la Compagnia Andrea Saggiomo alla realizzazione dello spettacolo “Canti di Maldoror”. L'opera è risultata vincitrice del concorso Nuove Sensibilità, curato dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, nell'ambito della prima edizione nazionale di Teatro Festival Italia.
Il cortometraggio “WHY” riceve nell'anno 2011 la segnalazione di filmaker di qualità dal Pistoia Film Festival. Nel 2012 viene proiettato dal canale 143 di SKY nel programma Short Movie.
“Del corpo dell'artista: macchine, ritratti ed installazioni” - personale con occupazione non abusiva di giardino e villa privata - Posillipo, Napoli - ottobre 2021.