opera
OxAzione OxA – Un gioco da interpretare, un gioco da giocare
categoria | Installazione |
soggetto | Politico/Sociale |
tags | Fotografia, Libertà, Scultura, Installazioni, Sequenze, Immaginazione, Natura, Astratto, Idee |
base | 21 cm |
altezza | 30 cm |
profondità | 21 cm |
anno | 2004 |
Materiali: Plexiglas_Pittura aerografo su lasagna_Cartoline Stampa da fotografia digitale.
O, una lettera non casuale da cui parto, in questo ipotetico percorso frammentato e frammentario
di alfabeti ingeriti e non. Un suono che è espressione di meraviglia, di scoperta, di stupore, di
sorpresa, scambio di sguardi. LʼOcchio è medium energetico, accoglie, porta a sé, contiene, è
possibilità di scambio, esprime sensazioni, è un portale che ci permette di vivere questo infinito
andamento ondulatorio, dove il trattenere e il lasciar andare, in unʼeterna danza tra lʼintimo e
lʼesteriore, sono vita, sono respiro. O (lʼurna trasparente), ha ingerito ed inglobato in sé la
lasagna/dipinto, divenendo allo stesso tempo, tanto cornice che protagonista, parte integrante
del dipinto. La lasagna conservata in una piccola teca, diviene lontana memoria di alimento e
lʼinterdizione al “morso” ne evidenzia la condizione esaltando lʼipotesi di potersi cibare di arte, di
pensiero, di emozioni. Contemporaneamente lʼurna contiene, accoglie e protegge la molteplicità,
stimola allʼazione della A (la cartolina/angelo) che è ipotesi di scambio, incrocio di pensieri, è
dono di sé. Così la meraviglia, lo stupore, risvegliano lʼintimo desiderio di manifestare il nostro
sentire, di levare il velo e spiccare il volo.
PER (X) è il movimento, la forza del moltiplicarsi degli intrecci e degli intenti, delle fantasie e le
emozioni danno esito allʼopera. X è appunto la motivazione, il senso dellʼessere vivi, lʼeterno
prender coscienza del nostro agire, lʼincognita delle nostre scelte.
A è la fantasia dellʼangelo, è lo sbattere dʼali del soffio creativo, è la poesia dellʼanima, il fluido
comunicativo tra esseri viventi, è la scintilla. Il desiderio di scoperta. La nostra capacità di essere
bimbi che continuamente scoprono e sognano, ancora non corrotti dalla noia. A ci porta ad agire,
ad esprimere le nostre emozioni, liberare il pensiero. Come angeli un poʼ ammaccati, possiamo
ancora raccontare la nostra meraviglia di esistere, di essere “vita”.
Quindi O nasce affinché A possa divenire ed insieme collaborano (x è il movimento, la forza del
moltiplicarsi degli intrecci), dando vita allʼOpera, unʼentità a sé che possiede unʼaura così
peculiare che a volte può sorprenderci come sanno fare solo i sogni o la “consapevolezza
dellʼidea di esistere”.
Questa cartolina, che si mette in gioco nellʼera dei messaggi telematici, diviene memoria di un
tempo dilatato e contemporaneamente de-finito. In questo gioco, OxAzioneOxa comprende una
prima regola che implica la scelta (da parte del fruitore), che può anche essere del tutto casuale,
di una o più cartoline/angelo. Queste cartoline potranno essere spedite nellʼimmediatezza del qui
ed ora, allʼinterno dello spazio/tempo espositivo, entrando in relazione diretta con lʼopera,
cooperando alla realizzazione della stessa, oppure potranno essere prese con sé, come souvenir
dellʼopera, come dono dellʼartista, divenendo prolungamento che, protendendosi in spazi e
relazioni esterne al contesto espositivo, sono in divenire, scintille di nuove possibilità, di nuovi
scambi. Questi prolungamenti possono vivere di vita propria, possono quindi anche essere
spediti, entrando in connessione con un tempo “reale” altro rispetto al tempo/spazio espositivo.
Il messaggio/cartolina che invece entra in relazione diretta col ristretto spazio/tempo dellʼurna,
percorrendo un tragitto molto breve ma evocativo di viaggi e mete lontane e sconosciute, viene
morso dallʼopera stessa come in una autodigestione. Lʼopera si trasforma e si completa, si
“arricchisce” ad ogni nuova occasione di scambio. Ciascun messaggio cadendo allʼinterno della O
resta momentaneamente sospeso. Ognuno potrà rapire brandelli di pensieri, messaggi spezzati,
frammenti di alfabeti, in una sorta di “automatismo psichico allo stato puro”, secondo le parole di
André Breton. Tali frammenti andranno a comporre altre e nuove fantasie verbali del tutto
casuali, o forse no. Inoltre le cartoline ingerite saranno materia viva per una futura opera, nel
momento in cui verranno liberate e lette e nuovamente elaborate ed esposte. Di questa
microazione non rimarrà altro che la documentazione fotografica e lʼurna potrà conservarne le
“ceneri”.
Questʼopera porta in sé il duplice messaggio dellʼunicità (lʼimmagine dipinta a mano su lasagna) e
dellʼinfinita riproducibilità dellʼimmagine (la cartolina/fotografia digitale), manipolabile e ristampabile
appunto in un numero infinito di copie.
Resta pur vero però che anche lʼimmagine fotografata è memoria, documentando un brevissimo
istante irripetibile di una realtà in continua mutazione e trasformazione. Lʼangelo/nuvola è
unʼipotesi, un istante che esiste solo grazie alla memoria fotografica, ma in quanto tale mantiene
dellʼattimo fuggente lʼessenza dellʼala, la fantasia dellʼangelo, attraversando trasfigurazioni
cromatico/emotive.
Trasparenza, visibilità, ma anche nascondimento, frammentarsi di immagini sempre simili,
particelle di messaggi. Lo spazio è definito, il tempo anche, imprevedibile rimane il movimento
dellʼangelo che scivola allʼinterno dellʼurna e che si unisce al coro degli altri angeli ed in questa
apparente immobilità il pensiero, la capacità di percepire, di connettersi con la propria interiorità si
manifestano, divenendo messaggi nella bottiglia, momento di corale partecipazione, volontà di
scelta, apertura allʼincontro e mescolamento del verbo.
Lʼimmediatezza quindi è simile a quella dei tanti messaggi che viaggiano nellʼetere della nostra
quotidianità, con la sola differenza che invece questi messaggi cadono allʼinterno di uno spazio/
tempo insolito e non possono essere letti in modo completo che al termine dellʼesposizione, cioè
vengono trattenuti, messi in memoria in questa OxAzione circolare dove si coopera come esseri
desiderosi di comunicare.
©mirellasannazzaro
O, una lettera non casuale da cui parto, in questo ipotetico percorso frammentato e frammentario
di alfabeti ingeriti e non. Un suono che è espressione di meraviglia, di scoperta, di stupore, di
sorpresa, scambio di sguardi. LʼOcchio è medium energetico, accoglie, porta a sé, contiene, è
possibilità di scambio, esprime sensazioni, è un portale che ci permette di vivere questo infinito
andamento ondulatorio, dove il trattenere e il lasciar andare, in unʼeterna danza tra lʼintimo e
lʼesteriore, sono vita, sono respiro. O (lʼurna trasparente), ha ingerito ed inglobato in sé la
lasagna/dipinto, divenendo allo stesso tempo, tanto cornice che protagonista, parte integrante
del dipinto. La lasagna conservata in una piccola teca, diviene lontana memoria di alimento e
lʼinterdizione al “morso” ne evidenzia la condizione esaltando lʼipotesi di potersi cibare di arte, di
pensiero, di emozioni. Contemporaneamente lʼurna contiene, accoglie e protegge la molteplicità,
stimola allʼazione della A (la cartolina/angelo) che è ipotesi di scambio, incrocio di pensieri, è
dono di sé. Così la meraviglia, lo stupore, risvegliano lʼintimo desiderio di manifestare il nostro
sentire, di levare il velo e spiccare il volo.
PER (X) è il movimento, la forza del moltiplicarsi degli intrecci e degli intenti, delle fantasie e le
emozioni danno esito allʼopera. X è appunto la motivazione, il senso dellʼessere vivi, lʼeterno
prender coscienza del nostro agire, lʼincognita delle nostre scelte.
A è la fantasia dellʼangelo, è lo sbattere dʼali del soffio creativo, è la poesia dellʼanima, il fluido
comunicativo tra esseri viventi, è la scintilla. Il desiderio di scoperta. La nostra capacità di essere
bimbi che continuamente scoprono e sognano, ancora non corrotti dalla noia. A ci porta ad agire,
ad esprimere le nostre emozioni, liberare il pensiero. Come angeli un poʼ ammaccati, possiamo
ancora raccontare la nostra meraviglia di esistere, di essere “vita”.
Quindi O nasce affinché A possa divenire ed insieme collaborano (x è il movimento, la forza del
moltiplicarsi degli intrecci), dando vita allʼOpera, unʼentità a sé che possiede unʼaura così
peculiare che a volte può sorprenderci come sanno fare solo i sogni o la “consapevolezza
dellʼidea di esistere”.
Questa cartolina, che si mette in gioco nellʼera dei messaggi telematici, diviene memoria di un
tempo dilatato e contemporaneamente de-finito. In questo gioco, OxAzioneOxa comprende una
prima regola che implica la scelta (da parte del fruitore), che può anche essere del tutto casuale,
di una o più cartoline/angelo. Queste cartoline potranno essere spedite nellʼimmediatezza del qui
ed ora, allʼinterno dello spazio/tempo espositivo, entrando in relazione diretta con lʼopera,
cooperando alla realizzazione della stessa, oppure potranno essere prese con sé, come souvenir
dellʼopera, come dono dellʼartista, divenendo prolungamento che, protendendosi in spazi e
relazioni esterne al contesto espositivo, sono in divenire, scintille di nuove possibilità, di nuovi
scambi. Questi prolungamenti possono vivere di vita propria, possono quindi anche essere
spediti, entrando in connessione con un tempo “reale” altro rispetto al tempo/spazio espositivo.
Il messaggio/cartolina che invece entra in relazione diretta col ristretto spazio/tempo dellʼurna,
percorrendo un tragitto molto breve ma evocativo di viaggi e mete lontane e sconosciute, viene
morso dallʼopera stessa come in una autodigestione. Lʼopera si trasforma e si completa, si
“arricchisce” ad ogni nuova occasione di scambio. Ciascun messaggio cadendo allʼinterno della O
resta momentaneamente sospeso. Ognuno potrà rapire brandelli di pensieri, messaggi spezzati,
frammenti di alfabeti, in una sorta di “automatismo psichico allo stato puro”, secondo le parole di
André Breton. Tali frammenti andranno a comporre altre e nuove fantasie verbali del tutto
casuali, o forse no. Inoltre le cartoline ingerite saranno materia viva per una futura opera, nel
momento in cui verranno liberate e lette e nuovamente elaborate ed esposte. Di questa
microazione non rimarrà altro che la documentazione fotografica e lʼurna potrà conservarne le
“ceneri”.
Questʼopera porta in sé il duplice messaggio dellʼunicità (lʼimmagine dipinta a mano su lasagna) e
dellʼinfinita riproducibilità dellʼimmagine (la cartolina/fotografia digitale), manipolabile e ristampabile
appunto in un numero infinito di copie.
Resta pur vero però che anche lʼimmagine fotografata è memoria, documentando un brevissimo
istante irripetibile di una realtà in continua mutazione e trasformazione. Lʼangelo/nuvola è
unʼipotesi, un istante che esiste solo grazie alla memoria fotografica, ma in quanto tale mantiene
dellʼattimo fuggente lʼessenza dellʼala, la fantasia dellʼangelo, attraversando trasfigurazioni
cromatico/emotive.
Trasparenza, visibilità, ma anche nascondimento, frammentarsi di immagini sempre simili,
particelle di messaggi. Lo spazio è definito, il tempo anche, imprevedibile rimane il movimento
dellʼangelo che scivola allʼinterno dellʼurna e che si unisce al coro degli altri angeli ed in questa
apparente immobilità il pensiero, la capacità di percepire, di connettersi con la propria interiorità si
manifestano, divenendo messaggi nella bottiglia, momento di corale partecipazione, volontà di
scelta, apertura allʼincontro e mescolamento del verbo.
Lʼimmediatezza quindi è simile a quella dei tanti messaggi che viaggiano nellʼetere della nostra
quotidianità, con la sola differenza che invece questi messaggi cadono allʼinterno di uno spazio/
tempo insolito e non possono essere letti in modo completo che al termine dellʼesposizione, cioè
vengono trattenuti, messi in memoria in questa OxAzione circolare dove si coopera come esseri
desiderosi di comunicare.
©mirellasannazzaro