opera
Soliloquio
categoria | Altro |
soggetto | Bellezza, Figura umana, Politico/Sociale |
tags | heart, lips, human, silence, darkness |
base | 90 cm |
altezza | 45 cm |
profondità | 5 cm |
anno | 2020 |
pastello e tecnica mista su tavola
opera unica
“Quid prodest strepitus oris muto corde?” Scriveva Agostino nelle sue Confessioni.
A cosa serve gridare se il cuore tace?
La nostra contemporaneità ci restituisce un’immagine ben diversa.
È il cuore a gridare, il nostro io, la nostra interiorità, è la parte più profonda di noi stessi a soffocare, spinta dal bisogno compulsivo di apparire e di mostrarsi al mondo, e che, per dirla alla maniera di Mario Perniola, si ritira nella sua ombra, proprio come fa l’arte quando si cerca di sintetizzarne l’essenza.
Qualcosa cerca di parlarci, di eludere le barriere informatiche per raggiungerci nell’immediatezza, ma noi non sappiamo più ascoltare.
Ed ecco allora che il filo rosso, reciso, cade inerte, come una mano stanca di tendersi verso l’altro in attesa di essere afferrata.
opera unica
“Quid prodest strepitus oris muto corde?” Scriveva Agostino nelle sue Confessioni.
A cosa serve gridare se il cuore tace?
La nostra contemporaneità ci restituisce un’immagine ben diversa.
È il cuore a gridare, il nostro io, la nostra interiorità, è la parte più profonda di noi stessi a soffocare, spinta dal bisogno compulsivo di apparire e di mostrarsi al mondo, e che, per dirla alla maniera di Mario Perniola, si ritira nella sua ombra, proprio come fa l’arte quando si cerca di sintetizzarne l’essenza.
Qualcosa cerca di parlarci, di eludere le barriere informatiche per raggiungerci nell’immediatezza, ma noi non sappiamo più ascoltare.
Ed ecco allora che il filo rosso, reciso, cade inerte, come una mano stanca di tendersi verso l’altro in attesa di essere afferrata.